L’endometriosi è la presenza di tessuto endometriale che normalmente è quella mucosa che riveste la parte interna dell’utero anche al di fuori dell’utero. La sua diffusione in Italia è del 5% circa. Le localizzazioni più frequenti sono ovariche e tubariche ma questo tessuto endometriale può esistere anche tra la vescica e la vagina.
L’endometriosi è una frequente patologia ginecologica che interessa circa il 10% delle donne in età fertile (generalmente tra i 15 e i 49 anni) e nel Regno Unito è la seconda patologia ginecologica per frequenza dopo i fibromi. Si tratta di una patologia cronica ormono-mediata associata al ciclo mestruale che causa dolore pelvico e riduzione della fertilità: l’endometriosi infatti è una delle cause principali di infertilità femminile e circa il 30-40% di donne affette dalla malattia è sterile. L’eziologia dell’endometriosi non è nota, ma è ampiamente riconosciuto che le cellule endometriali, tramite mestruazione retrograda, si impiantano nella pelvi e proliferano. L’endometriosi rappresenta una sfida diagnostica e terapeutica, perché molte donne rimangono senza una diagnosi precisa a volte per molti anni. Studi osservazionali di piccole dimensioni hanno rilevato un ritardo diagnostico di 4-10 anni , con conseguente peggioramento della qualità di vita e progressione della patologia . Tale ritardo diagnostico non è limitato alla donne adulte, visto che l’endometriosi rimane spesso non diagnosticata anche nelle adolescenti.
Cos'è l'endometriosi e quali sono le cause?
Nell'endometriosi la parte più superficiale dell'endometrio che fuoriesce dalla cavità uterina, continua ad agire come se fosse normalmente all'interno: ciò significa che ad ogni ciclo mestruale si addensa, si rompe e sanguina, ma non potendo appunto essere espulsa dal corpo, si accumula, creando problemi e provocando dolore.
Nel caso in cui l'endometriosi coinvolga le ovaie, si possono formare anche cisti, chiamate cisti endometriosiche o endometriomi. In rari casi, questa patologia può provocare anche dei problemi di fertilità, ma fortunatamente vi sono trattamenti e cure specifiche finalizzate ad evitare questi disagi. Il sintomo, e il disagio, principale dell'endometriosi è un forte dolore pelvico, particolarmente acutizzato in coincidenza del ciclo mestruale.
Tra le cause più probabili dell'endometriosi potrebbe esserci la cosiddetta "mestruazione retrograda", che si verifica se una parte del sangue mestruale fluisce attraverso le tube nella cavità addominale. Le cellule della mucosa uterina potrebbero quindi aderire al peritoneo e perfino crescervi.
Esistono poi dei fattori di rischio quali l'assenza di gravidanze, la presenza in famiglia di donne che ne hanno sofferto, l'irregolarità del ciclo (mestruazioni che durano più di otto giorni), infezioni pelviche o problemi fisici che impediscano il regolare flusso mestruale.
Sintomi e diagnosi dell'endometriosi
I sintomi dell'endometriosi sono numerosi, anche se piuttosto generici, dunque, più difficili da identificare. Questi comprendono dolore pelvico, che porta anche ad avere dei rapporti sessuali piuttosto sofferenti, un ciclo mestruale decisamente più doloroso rispetto alla media (dismenorrea), spesso con perdite abbondanti (menorragia), oppure sanguinamento in mezzo a cicli (menometrorragia).
Altri sintomi dell'endometriosi possono essere costipazione, diarrea o mal di schiena: si tratta di problematiche piuttosto comuni che potrebbero non far pensare direttamente all'endometriosi - considerando anche che stiamo parlando di una patologia non proprio conosciutissima. Come accennavamo in precedenza, un sintomo decisamente più grave potrebbe essere l'infertilità e questo può comportare, di conseguenza, anche delle problematiche di carattere psicologico: non è infatti così raro il manifestarsi di sintomi psicologi come campanello d'allarme dell'endometriosi, da un semplice malessere fino ad un vero e proprio stato di depressione.
In casi come quelli citati sopra, è bene rivolgersi a un medico per avere una diagnosi certa e corretta e la conseguente cura più adeguata.
Come si cura l'endometriosi ovarica o intestinale?
In caso di dolore non troppo acuto, si può "tamponare" con una cura farmacologica, ossia un antidolorifico senza prescrizione medica, che aiuti ad attenuare crampi e dolori a livello addominale, tuttavia la cura più comune, ed efficace al tempo stesso, è quella ormonale (consultare sempre il proprio medico curante o la guardia medica di turno). Gli ormoni supplementari infatti, sono spesso il modo migliore per ridurre o eliminare il dolore. Questo perché il farmaco ormonale rallenterebbe l'ascesa e la caduta degli ormoni durante il ciclo, diminuendo il conseguente addensamento degli impianti endometriali. La terapia ormonale funziona nella maggior parte dei casi, ma non rappresenta una soluzione permanente: è infatti piuttosto frequente il caso in cui si verifichi una recidiva dopo l'interruzione del trattamento.
In alcuni casi ci si affida a trattamenti che richiedono un intervento chirurgico. In passato si pensava che l'unica reale cura potesse essere una gravidanza, ma purtroppo studi recenti hanno appurato il fatto che il problema può ripresentarsi anche dopo il parto.
Endometriosi e gravidanza: quali sono le conseguenze per chi cerca di rimanere incinta?
Una delle complicazioni principali dell'endometriosi è la possibile infertilità: un terzo delle donne che presentano questa patologia ha infatti difficoltà a rimanere incinta. L'endometriosi potrebbe ostruire la tuba di falloppio e non permettere l'unione di uovo e spermatozoo oppure provocare danni agli stessi speramotozoi e ovuli rendendo più complessa, se non del tutto compromessa, una possibile gravidanza.
Donne con una lieve o moderata endometriosi dovrebbero riuscire a sostenere e portare a termine una gravidanza. In ogni caso, se si ha l'endometriosi sarebbe bene non tardare ad avere figli, ovviamente compatibilmente con le scelte e le condizioni di vita, perché la patologia tende a peggiorare nel tempo.
Endometriosi in menopausa: è possibile?
L'endometriosi è una malattia che colpisce principalmente le donne in età fertile, quindi nel periodo che va dalla prima mestruazione a quello immediatamente precedente alla menopausa. Può capitare, in via eccezionale, che insorga anche nella fase iniziale della menopausa. In genere però, se la menopausa rappresenta un periodo tutt'altro che piacevole, bisogna ammettere che, per quanto riguarda la patologia in questione, questa fase della vita femminile rappresenta un aiuto, arrivando ad alleviare i sintomi e il dolore annesso alla malattia. Con l'avanzare della menopausa infatti, i sintomi dell'endometriosi tendono a cessare. Già dopo i 40 anni comunque, il rischio di endometriosi diminuisce notevolmente, per via del fatto che si rallenta la crescita del tessuto endometriale.