La febbre è un disturbo molto comune che però può suscitare molta preoccupazione nei genitori. Si stima, infatti, che circa il 10% degli accessi al Pronto Soccorso, specie se il bambino è molto piccolo, avviene per questo motivo. Nel 90% dei casi viene accertato che la causa della febbre è una forma virale che interessa le vie aeree superiori e i cui sintomi si conclameranno nell’arco di poche ore.
Come si misura la febbre
Si può considerare che il bambino ha la febbre se la temperatura corporea misurata sotto l'ascella supera i 37°c , mentre deve superare i 37°,5 gradi se viene misurata mettendo il termometro in bocca, nel retto o se si usano i termometri auricolari. Per misurare la febbre è consigliabile utilizzare un termometro digitale e posizionarlo sotto l’ascella. È preferibile che il bambino sia tranquillo e in un momento di riposo: in alcune condizioni, infatti, la temperatura corporea potrebbe essere fisiologicamente più alta, per esempio dopo aver mangiato o aver fatto movimento. La temperatura corporea inoltre oscilla leggermente nel corso della giornata e alla sera è generalmente più alta rispetto al mattino. La misurazione della temperatura rettale, orale e auricolare può risultare meno affidabile in determinate condizioni cliniche.
La febbre non è una malattia ma una reazione di difesa dell'organismo all'attacco di vari organismi. È un sintomo comune a molte malattie di origine assai diversa. Una temperatura corporea superiore a quella normale fa morire più rapidamente i germi, ne blocca la moltiplicazione ed attiva il sistema immunitario, ossia le cellule preposte alla difesa dalle infezioni. È per questo motivo che non sempre è indicato voler abbassare a tutti i costi la febbre. Talvolta la temperatura può anche aumentare in seguito a sforzi o riscaldamento eccessivo dell'ambiente. In questi casi non indica nessuna malattia.
Se l'aumento di temperatura rimane al di sotto dei 38,5° c è consigliabile non prendere provvedimenti e aspettare almeno 24 ore sorvegliando attentamente il bambino. È pallido? Piange continuamente o invece è vivace ed ha voglia di giocare? Occorre anche prestare attenzione ad altri sintomi più significativi della febbre: affanno, naso chiuso, mal d'orecchi, vomito o diarrea. Durante le prime 24 ore si deve far bere al bimbo acqua, the o camomilla ed avvertire comunque il medico.
Tuttavia, l’allarme dei genitori non è completamente infondato, infatti in alcuni casi tale rialzo febbrile improvviso e apparentemente non imputabile a nessuna patologia può essere sintomatico di una infezione batterica grave al suo esordio. Nella stragrande maggioranza dei casi, questa infezione è dovuta a Streptococcus pneumoniae (il batterio gram-positivo responsabile della polmonite negli adulti), contro il quale esiste un vaccino da più di dieci anni. In Italia, il ciclo completo di vaccinazione anti-pneumococcica prevede due somministrazioni del vaccino nei primi 6 mesi del bambino e un richiamo all’anno di età, dopo il quale il bambino è ben protetto per almeno 5 anni.
Le possibili cause della febbre
Per la difficoltà di distinguere i due quadri clinici (quello virale e quello batterico), all’inizio sovrapponibili, la maggior parte dei pediatri consiglia il ricovero con esami approfonditi, inclusa una rachicentesi (cioè una puntura lombare) per escludere sia in atto una meningite, specie se il bambino è molto piccolo (meno di due mesi). Se invece il bambino ha tra i due e i tre mesi, i pareri dei medici sono discordanti: per alcuni è meglio, dopo aver sottoposto il bambino a tutti gli esami compresa una urinocoltura, instaurare da subito una terapia di tipo antibiotico, mentre per altri è meglio rivalutare il paziente a distanza senza iniziare immediatamente con questo tipo di farmaci.
Cosa fare e quali farmaci somministrare
Ma, in generale, come affrontare la febbre nei bambini piccoli? Se la febbre supera i 38.5°, allora contatta immediatamente il pediatra. Non sempre un rialzo febbrile è sintomo di una malattia grave, ma in ogni caso sarebbe meglio lasciare il bambino con indosso solo il pannolino, mantenere la sua stanza sempre fresca e passargli indosso una spugna tiepida in modo delicato aspettando che l’acqua evapori in modo naturale, così da rinfrescarlo. Fagli bere liquidi in modo che non si disidrati. Il medico potrebbe prescrivere al bambino del paracetamolo, specie se ha più di tre mesi.
Cosa fare e quali farmaci somministrare
Ma, in generale, come affrontare la febbre nei bambini piccoli? Se la febbre supera i 38.5°, allora contatti immediatamente il pediatra. Non sempre un rialzo febbrile è sintomo di una malattia grave, ma in ogni caso sarebbe meglio lasciare il bambino con indosso solo il pannolino, mantenere la sua stanza sempre fresca e passargli indosso una spugna tiepida in modo delicato aspettando che l’acqua evapori in modo naturale, così da rinfrescarlo. Il bambino deve bere liquidi in modo che non si disidrati. Il medico potrebbe prescrivere al bambino del paracetamolo, specie se ha più di tre mesi. Segui sempre i consigli e le soluzioni che il tuo pediatra ti dà perché quello che ti dice è per il bene del tuo piccolo.
Per evitare di portare fuori il bambino malato, con il rischio di esporlo al freddo e a lunghi tempi di attesa, Romamed Guardia Medica Privata mette a disposizione la possibilità di ricevere presso il proprio domicilio, in tempi rapidi, un pediatra o neonatologo.
Per attivare la richiesta si può contattare la Centrale Operativa Romamed al numero 0642014934 attiva 24/24h.
Il servizio, attivo anche nei giorni festivi e negli orari più difficili quando il Pediatra di libera scelta potrebbe non essere reperibile, è privato.