La zona Bufalotta fa parte di Monte Sacro, sedicesimo quartiere di Roma, indicato con Q. XVI.
Il nome deriva dall'omonimo monte, in realtà una collina di circa 50 metri, che sorge sulla riva destra del fiume Aniene poco prima che confluisca nel Tevere. Il quartiere si trova nell'area nord della città, al di là del fiume Aniene, lungo l'asse di via Nomentana.
Il territorio del quartiere è stato abitato fin da epoca antichissima: ne sono conferma i ritrovamenti di due crani del cosiddetto Uomo di Saccopastore assieme a strumenti litici di fattura musteriana risalenti circa 120.000 anni fa.
Con l'avvento di Roma, la leggenda vuole che sul Monte Sacro si recassero gli àuguri per effettuarvi i loro vaticini osservando il volo degli uccelli, da cui deriverebbe la sacralità del monte. Sempre sul Monte Sacro (o sull'Aventino) si ritirò la plebe nel 494 a.C. e nel 448 a.C. in una vera e propria rivolta contro il patriziato che portò all'istituzione dei tribuni della plebe, degli edili plebei e di un'assemblea rappresentativa, il concilium plebis, che appunto eleggeva i tribuni e gli edili plebei; per ricordare l'evento fu edificata una grande Ara a Iuppiter Territor che accrebbe l'aura di sacralità del luogo. In quegli anni il territorio del quartiere, che si trovava ben lontano dalle mura cittadine, era al centro di vasti latifondi con villae patrizie e di liberti.
La caduta dell'Impero vide la sostituzione delle ville romane con i casali medievali e un generale spopolamento del territorio che restò comunque presidiato per motivi di difesa a causa della presenza del ponte Nomentano, avamposto e punto di passaggio verso il nord del territorio laziale. Tradizione vuole che proprio sul ponte Nomentano si siano incontrati nell'anno 800 papa Leone III e Carlo Magno.
Negli anni venti l'architetto Gustavo Giovannoni progettò e realizzò, al di fuori del Piano Regolatore di Roma, una "Città giardino", orientata alla tipizzazione della "garden city" d'oltremanica, composta da costruzioni con struttura a villini inseriti nel verde, e con servizi indipendenti: scuola, chiesa, ufficio postale, parco pubblico. Particolarmente interessante è la piazza Sempione, che rappresenta l'entrata scenografica al quartiere, con edifici realizzati da Gustavo Giovannoni e Innocenzo Sabbatini.
Strutture Ospedaliere
Tra le strutture ospedaliere della zona, si segnala la Casa di Cura Villa Domelia, fondata dalla famiglia Sarra nel 1957. È ubicata nel cuore del quartiere di Montesacro, zona Città Giardino e rappresenta oggi un polo sanitario d’eccellenza. Da padre in figli è stato tramandato il principio fondamentale la Centralità della Persona. Oggi la C.d.C. ha raggiunto gli obiettivi prefissati nel tempo, mettendo a disposizione del territorio anche un ambulatorio multidisciplinare. La struttura dispone di posti letto di degenza per la Medicina Generale, il day hospital ed un nucleo di Assistenza residenziale Intensiva RSA-R1.
Guardia Medica Privata Romamed
Nel quartiere di Montesacro-Bufalotta è attivo il Servizio di Guardia Medica Privata RomaMed, organizzato e gestito da un gruppo di medici con expertise consolidata nel campo dell’urgenza sanitaria. Un nuovo servizio, rivolto a tutti i cittadini che hanno problemi di salute e necessitano di visite mediche domiciliari in tempi rapidi, con la certezza di avere risposte risolutive e trattamenti medici adeguati.
Il servizio di invio di medici generici, specialisti (cardiologo, chirurgo, otorino, internista, pneumologo, urologo etc) e pediatri a domicilio è sempre attivo, 24/24h. L'accesso è diretto (senza prenotazione), ed è possibile contattare la Centrale Operativa al numero 06.42014934 per qualsiasi problema di salute o per richieste di visite domiciliari.
I costi previsti sono comunicati direttamente dagli operatori di Centrale all’atto della richiesta e si differenziano in base al tipo di prestazione effettuata.
Lo sapevi che?
La lontananza dalle mura cittadine trasformò inoltre il territorio del quartiere e il Monte Sacro in un luogo di "scampagnate" fuori porta fin alla fine del 1800. E fu proprio durante una di questa scampagnate nel 1805 che Simón Bolívar, dopo aver appreso dal suo amico-mentore Simon Rodriguez che su quella collina i plebei romani si ribellarono per la prima volta alle vessazioni della classe aristocratica, decise di giurare per la liberazione dei popoli sudamericani.